Non c’era lusso, ma nemmeno povertà ostentata. Se la miseria esisteva, restava discreta, nascosta dietro muri storti e silenzi antichi. Ogliolina era una strada nera, stretta, un po’ sbilenca. Le case parevano piovute a caso, affondate nel tempo, molte puntellate, altre usate come stalle. L’aria sapeva di muffa e letame, e tutto sembrava fuso insieme: l’odore, la polvere, i giorni.

Da un tetto all’altro, corde e canne reggevano cenci: cenci alle finestre, sui muri, addosso alla gente. Tutto era cucito di stracci. E quella gente, occhi bassi e mani nodose, restava un mistero.